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Oggi vorrei iniziare con un proverbio cinese. E questo proverbio dice così: “È meglio accendere la candela che maledire l’oscurità.”

E la ragione per cui l’ho detto è che per noi non è ovvio: siamo diventati bravissimi a maledire l’oscurità, siamo diventati proprio bravi a maledire l’oscurità.

E infatti, mi è capitata questa cosa: qualche settimana fa ero in Europa e un giorno ci siamo trovati a dare addosso a tutto quanto, si parlava e si criticava tutto quanto. Parlavamo di politica e di quanto sia sporca, poi parlavamo delle multinazionali, che si stanno impadronendo del mondo e stanno distruggendo tutto quanto.

E la cosa andava avanti, una critica dopo l’altra. E vi devo dire che mi sentivo bene. Ora, non è una cosa che consiglierei, ma mi sono sentito veramente bene. “Sì!” Non so, c’era in questo qualcosa di assurdo.

E quando tutto quel criticare è finito, sono andato a letto, ho messo la testa sul cuscino, era quel momento proprio prima di addormentarmi, e pensavo: “È così facile dare addosso al mondo, perché questo mondo non è in ordine!”

Ma il mio mondo, quello è in ordine? Quali sono le multinazionali dentro di me che hanno il predominio? Quali sono gli elementi che si insinuano ogni giorno e distruggono l’esperienza di essere vivo?

Perché se dovessi chiedere a chiunque: “Qual è l’esperienza dell’essere vivo?” resterebbe scioccato dalla domanda. Sì, nessuno te la fa mai quella domanda.

Dov’è il tuo biglietto? Dove stai andando? Cosa vuoi per cena, cosa vuoi per pranzo? Che numero di scarpe porti? Sei sposato? Non sei sposato? Stai bene? Ah, tra l’altro, qual è la tua esperienza dell’essere vivo?”

Non so, alcuni probabilmente direbbero: “Mah… non ci ho mai pensato.”

Qual è la mia esperienza dell’essere vivo? Ho avuto giornate buone… – e ditemi se non vi sembra giusto – ho avuto giornate buone e giornate brutte, ho avuto delle difficoltà, ho avuto vita facile, ho dei bei ricordi… Vi pare suoni bene? Più o meno, approssimativamente?

Alcune cose le cambierei, altre non le cambierei.

Ma sapete che ogni giorno in cui siete stati su questa terra, che siete stati vivi su questa terra, questa terra era in movimento, viaggiava nello spazio, rotolando nello spazio? C’è stata una mattina, ed è una mera illusione dato che la terra ruota, un’alba, un tramonto, il tempo tra loro…

E tutto quanto, tutto quanto in movimento. Tutto quanto… Sai, io ce l’ho con la parola “esso”, perché in realtà non c’è nessun esso. Tutto quanto è vivo! La vita accadeva tutto intorno a voi.

Per tutto quel tempo c’è stato movimento, c’è stata una sequenza di eventi che si svolgeva: persone che venivano sul pianeta terra, cose che venivano sul pianeta terra, le cose se ne andavano da questo pianeta terra. È stata una storia che non potete nemmeno immaginare, quella che ha avuto luogo.

E tu eri vivo! E tu badavi ai tuoi problemi, i tuoi problemi, “Ho un problema.” E col senno di poi, cos’erano in realtà i tuoi problemi?

Avevi in mente qualcosa, e quando le cose non andavano secondo i tuoi piani, c’era un problema! Quando le cose andavano secondo i piani “Che meraviglia!”

E tu sei stato vivo tutti quei giorni! quanti giorni hai veramente da vivere? La realtà è sconvolgente. Anche se tu vivi cento anni, sono solo trentaseimila e cinquecento giorni.

Vorrei che mancasse uno zero. Ma non è così. È tutto quel che c’è.

Ora, se la metto in questo modo, non sembrano poi molti. Ma è tutto lì! E questo è tutto, tutto il tempo che avete. Avete quei trentaseimila e cinquecento giorni per fare bene.

– Prem Rawat